Leggendo il contenuto di questa card ho pensato alla scuola di Palo Alto e al primo assioma della comunicazione umana: “E’ impossibile non comunicare”… e quindi in teoria ce l’abbiamo tutti, questa skill. Ma allora come si spiegano tutte le difficoltà che incontriamo nelle relazioni interpersonale ogni giorno, tutti, tanto che si dice Massimo Troisi abbia detto “Sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisci tu” (frase poi tradotta in tutte le lingue del mondo, compreso il dialetto veneto :-P)?
Invece penso non sia tanto vero, perché la comunicazione vera è una questione di reciprocità, e avviene in un processo circolare di interazioni e adattamenti fra gli interlocutori.
C’è stato un momento nella mia vita, in cui ero ancora agli inizi della mia “carriera” di insegnante, in cui una splendida collega mi ha fatto conoscere i principi dell’assertività e della comunicazione efficace, che sono diventati strumenti indispensabili nella mia “valigia degli attrezzi”. Nonostante questo, ripenso a tutte quelle volte in cui, uscendo da una classe, o da una riunione di team, ho provato in senso di inadeguatezza, di incomprensione, di necessità di migliorare.
C’è bisogno di una comunicazione che sia buona, che sappia partire dall’ascolto, dall’empatia, dal rispetto, che riduca le distanze e avvicini le persone, perché nel farsi comprendere e comprendere gli altri si gioca qualità della vita di tutti. In educazione, ne va anche della qualità delle competenze acquisite, e mi viene da dire, da entrambe le parti.
Allora forse, oltre al conoscere la necessaria pragmatica delle convenzioni comunicative, dobbiamo fare nostra anche la dimensione dell’empatia, del dialogo, mettendo al lavoro la nostra intelligenza emotiva, perché, come sostiene Goleman, “se riesci a tradurre in parole ciò che senti, ti appartiene”.
Parafrasando un testo di Michel Quoist, mi viene da dire che “la comunicazione non è già fatta, si fa”. Non è un testo già confezionato, ma stoffa da tagliare, preparare e cucire. Non è un appartamento chiavi in mano, ma una casa da concepire, costruire, conservare e, spesso, riparare… è un’abilità che richiede lavoro su se stessi, attenzione e cura.
Sapendo che non mi appartiene completamente, la rivisito in CURA,
Watzlawick, P.-Beavin, J.H.-Jackson, D.D., Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, Roma, Astrolabio, 1971
D. Goleman, Intelligenza emotiva, RCS, Milano 1996