Mi prendo la carta dell’ASCOLTO, perché questa skill la coltivo da tempo, almeno da quando anni fa ho “incontrato” Thomas Gordon e il suo libro “Insegnanti efficaci”. La logica cui si ispira Gordon è la logica del “vinciamo insieme”, collaboriamo alla soluzione dei problemi che ostacolano il nostro sviluppo, promuoviamo insieme le attività che lo facilitano.
Credo che l’insegnamento sia una professione di relazione, di aiuto alla crescita personale, al discernimento (preparare non solo a ciò che serve, ma anche a ciò che vale), in cui l’altro viene accolto come “testo vivo” nel rispetto e nella reciprocità, per condividere un tratto di strada verso la realizzazione del disegno di vita di ciascuno cercando di costruire insieme un orizzonte comune di valori. Per questo motivo, è fondamentale che si instauri un buon rapporto dialogico e comunicativo fra insegnanti ed allievi, e Gordon suggerisce alcune tecniche e atteggiamenti che favoriscono la relazione educativa e il linguaggio dell’accettazione,
L’ascolto è uno degli strumenti più efficaci: invita una persona a parlare dei suoi problemi; facilita la catarsi e la liberazione dei suoi sentimenti ed emozioni; favorisce la conversazione con la persona che ha un problema; favorisce la sua esplorazione dei sentimenti più profondi; comunica l’intenzione di aiutarla in qualche modo; e le comunica che la accettate così come è.
Gordon descrive quattro diverse modalità di relazione con gli studenti:
- l’ascolto passivo (silenzio), permette all’alunno di esporre i propri problemi senza essere interrotto;
- i cenni di attenzione, verbali e non verbali, indicano che l’insegnante è interessato e ascolta;
- le espressioni facilitanti incoraggiano e invitano il ragazzo a continuare, ad approfondire quanto sta dicendo;
- l’ascolto attivo, che è “l’ascoltare che permette di capire ciò che gli studenti comunicano […] comporta l’interazione con lo studente, e fa in modo che lo studente abbia delle prove (feedback) che l’insegnante capisce attraverso un processo di rispecchiamento che completa la comunicazione efficace”.
Utilizzando la tecnica dell’ascolto attivo per stimolare nello studente la risoluzione interna dei conflitti personali, [gli insegnanti] contribuiranno ad aumentare l’indipendenza e la responsabilità dei giovani.
Perché l’ascolto attivo sia veramente efficace l’insegnante deve:
- avere profonda fiducia nella capacità degli studenti di risolvere alla fine i propri problemi;
- essere capace di accettare sinceramente i sentimenti espressi dagli studenti;
- capire che i sentimenti sono spesso abbastanza transitori;
- essere disposto ad aiutare gli studenti e trovare il tempo per farlo;
- sentirsi partecipe con ogni studente che stia attraversando dei problemi, senza assumersene la responsabilità, ma aiutandolo a chiarire la vera natura del disagio;
- rispettare la natura confidenziale e la privacy dello studente.
L’ascolto attivo è un elemento essenziale per fare in modo che la scuola, afferma Gordon, diventi sempre più un luogo in cui esiste calore umano, comprensione, sicurezza e crescita – un modo per realizzare quella massima secondo la quale «insegnare è anche amare», per VINCERE INSIEME, che diventa il nuovo nome della mia carta.
T. Gordon, Insegnanti efficaci. Pratiche educative per insegnanti, genitori e studenti. Giunti Gruppo editoriale, Firenze, 1991