Skills game

Mappare le proprie attitudini, raccontare in che modo si sono raggiunte le abilità che si dichiara di avere.

Riappropriarsi delle proprie radici, della propria storia, acquisendo consapevolezza di chi siamo, e come siamo arrivati ad esserlo.

Sono queste le sfide che propone Caterina Stefanazzi di Insegnare Branding ai propri studenti, e lo fa attraverso un gioco in cui devono scegliere fra 30 carte, dichiarando quali pensano di possedere (e quindi di poter giocare nel lavoro e nella vita): 10 pink soft skill card raccontano di operatività, di fatica e di affidabilità; 10 blue soft skill card con il sapore del rischio, dell’innovazione, dell’apertura al mondo; 10 green soft skill card invece hanno a che fare con le attitudini, i comportamenti, i caratteri.

La presentazione di The soft skills game mi ha fatto pensare che potrebbe essere un bell’esercizio da fare anche scrivendo, magari pubblicando una storia per ogni carta, rispolverando l’idea del pensiero narrativo visto come modalità cognitiva, che mette in relazione l’interiorità con la realtà esterna, ricollegando il passato con il presente per proiettarsi verso il futuro.
Perché non riflettere su scopi, valori, legami che sottendono il nostro quotidiano, per organizzare e dare senso all’esperienza, attivando un doppio sguardo che consente di porsi davanti ai problemi rivolgendo l’attenzione da una parte alla realtà e dall’altra a se stessi? Lo storytelling come momento non solo formativo ma anche trasformativo ed esperienza determinante per il cambiamento.

Sotto ogni carta scriverò un’esperienza personale a testimonianza di un traguardo raggiunto o di un proposito di miglioramento, proponendo alla fine un nuovo termine, come richiedono le regole del gioco.

Una sfida che propongo di raccogliere a tutti gli insegnanti, per ritrovarsi e ritrovare entusiasmo, motivazione e passione.